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Oggetto:

Laboratorio di Fotogiornalismo

Oggetto:

Anno accademico 2014/2015

Docente
Dott. Marco Reis (Titolare del corso)
Corso di studi
laurea magistrale in Comunicazione e Culture dei media
Anno
2° anno
Periodo didattico
Secondo semestre
Tipologia
Altre attività
Crediti/Valenza
6.0
SSD dell'attività didattica
M-FIL/05 - filosofia e teoria dei linguaggi
Modalità di erogazione
Tradizionale
Lingua di insegnamento
Italiano
Modalità di frequenza
Obbligatoria
Tipologia d'esame
Orale
Modalità d'esame
orale, elaborati e risultati dei test sul campo
Oggetto:

Sommario insegnamento

Oggetto:

Programma

Premessa

Apparentemente si tratta di un approccio meramente visivo, cioè settoriale, alla informazione giornalistica e allo studio delle sue manipolazioni. In realtà il Laboratorio usa questo approccio settoriale per facilitare in concreto (e spesso in modo sorprendente) una analisi critica della informazione giornalistica e delle sue infinite manipolazioni.

  1. Infatti, tra tutte le forme di informazione, quella basata sulle immagini (tv, fotocronache, ecc.) appare la più oggettiva, neutra, indipendente, ‘vera’.  Invece, esattamente come i testi scritti e parlati, le immagini raccontano soprattutto il punto di vista di chi le produce, e la loro illusione di oggettività è semmai un fattore oggettivo di inganno che ne aumenta le difficoltà di interpretazione da parte del pubblico, favorendo i processi mediatici manipolativi.
  2. In secondo luogo, esattamente come un testo, anche le immagini possono essere gestite, fraintese, impostate, usate in modo allusivo o completamente falsificate, dando così un decisivo apporto a una informazione manipolata, o ‘malainformazione’. Anzi: il massiccio e moderno utilizzo mediatico delle immagini, se da un lato conferma tutta la soggettività dell’informazione, dall’altro lato porta spesso a un nuovo livello di mistificazione la rappresentazione mediatica della realtà, soprattutto su temi ideologicamente od emotivamente sensibili per il grande pubblico.
  3. In terzo luogo non va dimenticato che la densità e la rapidità comunicativa e persuasiva delle immagini, che fanno scattare pulsioni emotive profonde, danno loro spesso una forza enormemente superiore a quella della parola, scritta o parlata che sia, e le aprono a pubblici infinitamente più ampi praticamente senza gli ostacoli delle barriere linguistiche.

Programma

 PRIMA PARTE – LE TECNICHE DELLA MANIPOLAZIONE

Il laboratorio, che in parte si appoggerà alle ricerche del sito www.malainformazione.it  (di cui si consiglia una visione, per avere un’idea più organica dei contenuti), seguirà questi step:

(1) ripercorrerà alcune tappe storiche della info-falsificazione con le immagini;
(2) rifletterà sull’uso quotidiano delle immagini-decorazioni e degli altri tipi di immagini usate in varie forme suggestive, o impostate (staged photo, ‘bamboline’), o manipolate in via diretta (doctored, ‘photoshoppate’), o costruite sulla base del principio a-giornalistico della ‘verosimiglianza’ ;
(3) prenderà in considerazione i diversi momenti del processo produttivo mediatico che giunge alla manipolazione o falsificazione finale;
(4) individuerà alcuni esempi di manipolazioni di vario tipo, e di falsificazioni massive legate alla cronaca del giorno e ad almeno un caso di mistificazione sistematica su scala internazionale (‘Pallywood’, eco-paure, o simili);
(5) con gli stessi strumenti di analisi offrirà anche qualche spunto di verifica di articoli e gli effetti del loro intreccio con le immagini, l’infografica e la grafica di pagina.

SECONDA PARTE – LE DIFFICOLTA’ NELLA INTERPRETAZIONE

In accompagnamento alla illustrazione delle diverse tecniche di manipolazione, e soprattutto nella parte finale il laboratorio si occuperà in modo specifico delle relazioni tra pubblico e media, e prenderà in considerazione il rapporto tra gli impatti emotivi generati dai flussi del giornalismo visivo e la capacità di elaborazione del pubblico degli utenti.

In una parola, il corso si occupa di gestione e manipolazione dell’informazione (cd. ‘malainformazione’) a partire –ma senza limitarsi ad essa- dalla sua dimensione più penetrante ed emotivamente coinvolgente: quella del giornalismo visivo, appunto.

Durante il laboratorio i partecipanti saranno invitati a cercare, analizzare e anche produrre immagini giornalistiche di diverso taglio.

N.B. – Nell’ambito delle ore di laboratorio previste si terranno 2 test sul campo, non in aula.

Testi consigliati e bibliografia



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Ultimo aggiornamento: 21/04/2016 09:54

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